Sei un amante della Street Art? Allora non puoi perderti i murales a cielo aperto di Rive.
Rive, che dire di Rive… Inizierei dai suoi abitanti, visto che ho avuto modo di conoscerli di persona, in particolar modo Mario, il consigliere comunale che mi ha accompagnato in giro per il paese raccontandomi la storia non solo dei murales, ma anche alcuni aneddoti di storia del paese. Poi siamo stati affiancati da Daniele, l’enciclopedia umana, che ci ha raccontato la storia del passato di Rive partendo dal suo nome, che deriva dai Romani, visto che ci sono stati dei ritrovamenti, soprattutto di monete romane. Successivamente, abbiamo avuto l’onore di conoscere Andrea, il sindaco del paese, una persona davvero disponibile e accogliente, come del resto tutti gli altri abitanti. Eravamo un gruppetto di otto persone, compresi io e Omar, che giravamo nel paese per la visita dei murales realizzati da artisti italiani ed esteri.
Rive è un piccolo paese composto da 450 abitanti e si trova in Piemonte, nella provincia di Vercelli. Il suo territorio è occupato prevalentemente da risaie; infatti, i murales che ti descrivo oggi rappresentano il lavoro delle mondine.
Ma chi sono le mondine? Deriva dal verbo “mondare”, ovvero pulire, e le mondine sono le lavoratrici nelle risaie.
I murales di Rive
I murales di Rive sono in totale 17. L’idea risale al 2019, con il secondo mandato del sindaco. La prima edizione è avvenuta nel 2020 e anche quest’anno realizzeranno altri murales per abbellire ancora di più il paese e renderlo molto più colorato e artistico.
Il nostro giro è partito da Piazza XXIV Maggio, ovviamente dopo aver gustato un caffè comodamente seduti presso il bar e pizzeria F@rm. Abbiamo iniziato il percorso dal murale La Monda, a seguire abbiamo ammirato Mondare / Trapiantare, Aratro, Siembra. Poi ci siamo fermati un po’, prima del secondo (anzi quarto in totale) caffè della mattinata, per ascoltare la storia di Rive raccontata con grazia e ricca di informazioni da Daniele, citato poco fa. Abbiamo ripreso il percorso vedendo Sosta in Risaia, Libellule e Placidamente Rana. Questi sono i nomi delle opere viste e posizionate su muri sia pubblici che privati e sono tutte vicine tra loro. Le altre sono leggermente più spostate, calcola che il paese è piccolino quindi sono tutte da visitare a piedi e abbiamo proseguito vedendo Rivalbero, Cartogramma, Riso Amaro, Frammenti di Risaia, Senza Titolo, un altro chiamato Senza Titolo, e Aglais Io. Successivamente, una piccola sosta presso un vecchio asilo del paese, dove ci hanno organizzato un bell’aperitivo di metà giornata e due chiacchiere per conoscerci meglio. Abbiamo anche conosciuto una dolcissima signora francese che ci ha conquistato con le sue parole in italiano, ma con accento francese. Dopo la sosta, abbiamo proseguito il cammino verso Il Cammino della Garzetta, il Bambino e il Pettirosso, terminando così il giro dei murales con Aironi / Sgorge. Tra poco ti spiegherò tutte queste opere, ma prima vorrei ringraziare Luana, una ragazza che ho conosciuto personalmente in questa occasione, ma che mi ha contattato privatamente sui social network suggerendomi una visita in questo paesino per ammirare i murales. Gentilmente mi ha messo in contatto con l’organizzatore, il quale ha composto un gruppo di persone che ci hanno guidato nella visita di queste opere d’arte a cielo aperto.
Ogni street art ha la sua storia legata alla realtà del paese: le risaie con le sue mondine.
In particolare, le opere vogliono rappresentare il legame tra le radici di questo Paese e il loro lavoro.
Vediamo in seguito in modo dettagliato ogni murales:
- Siembra: l’artista di quest’opera è Nulo di Montevideo, che realizza opere d’arte astratte. I colori predominanti di questo murale sono il blu, l’arancione, il rosa e il lilla. Il murale è stato realizzato su una casa, dove su una facciata ci sono i colori e le sfumature dell’alba, mentre dall’altro lato ci sono quelli del tramonto.

- Aglais Io: lo street art in questione porta il nome scientifico di una farfalla chiamata anche Occhio di Pavone. Il murale raffigura un campo verde dove al centro padroneggia questo tipo di farfalla che si decompone. I colori predominanti sono il verde, il rosso e qualche richiamo di blu. L’artista è Mehsos e proviene dal Belgio. Il lavoro è stato realizzato utilizzando anche delle bombolette a spray.

- Senza Titolo: è stato realizzato dagli artisti Bifido e Nian. Il murale riprende lo scritto di Carlo Emilio Gadda (scrittore e poeta). Purtroppo la tecnica usata, che era stata realizzata con della carta, è stata rovinata dalle intemperie dieci giorni dopo la realizzazione. Comunque rimane lo stesso una bellissima street art, l’opera completa riporta le mondine. Qui trovavamo un volto che guarda con gli occhi di una cicogna e l’accarezza con la mano. Questa opera si trova su un muro. Adesso è rimasto solo un lato dove viene rappresentato il cavaliere d’Italia, un uccello tipico delle risaie.

- Senza Titolo: il protagonista di questo murale è Patrizio Anastasi, che ha realizzato l’opera con forme geometriche. I colori sono vivaci e riprendono Rive con immagini come l’onda della risaia allagata, gli aironi che si guardano, i portici del paese e molto altro. L’artista romano ha concluso quest’opera in due occasioni diverse.

- Sosta in risaia: è il titolo del murale di Roberta Fiorito di Cosenza. Rappresenta un paesaggio con risaia con aironi su uno sfondo scuro intenti a mangiare dopo un temporale. Quest’opera è stata realizzata con dei rulli e pennelli, completando con schizzi e colature. L’airone è posizionato su una cabina.

- Mondare / Trapiantare: realizzata dall’artista marchigiano Nicola Alessandrini che con quest’opera d’arte mette in risalto il lavoro delle mondine con il “mondare” le risaie e il “trapiantare” la pianta del riso. Il tutto disegnando le donne con la schiena piegata, senza scarpe e con abiti tipici e semplici. L’opera è contornata da flora e fauna. Nello sfondo bordeaux troviamo diversi animali.


- La Monda dell’artista fiorentino Vieri Piccini. I colori sgargianti di quest’opera rappresentano la resilienza delle donne. Il murale è composto da due sezioni: in basso a sinistra la mondina senza volto che sdrotola le risaie, in più sempre in basso ci sono dei cappelli che rappresentano le teste di altre mondine intente a lavorare. In alto invece c’è il sole nemico perché produttore di forte caldo, a destra la mondina con un gran sorriso e con un mazzo di papaveri tra le mani e accanto una frase del 1906 che potrai vedere in foto. Questa frase è un canto popolare delle mondine, che in questo periodo hanno iniziato la loro battaglia per la riduzione delle ore lavorative (diventate 8). Questa street art rappresenta la forza d’animo delle mondine che non temono più il sole cocente, ma lo apprezzano perché gli illumina il viso.

- Libellula: il nome delle artiste torinesi di questo murale è Vërnis (Barbara Migliaccio e Sara Zecchino) che tradotto dal dialetto significa vernice. Lo street art rappresenta una bellissima libellula in volo, proponendo così nuovamente l’ambiente dello stagno ma con animali differenti. I colori predominanti sono l’azzurro, il blu e qualche richiamo di verde e viola.

- Rivalbero: realizzata dagli artisti Elena Caccianotti e Giuliano Bacchella che hanno raffigurato in questo murale realizzato con mosaici un albero dove le radici rappresentano il legame tra la terra e la popolazione di Rive. Si chiama Rivalbero perché richiama appunto il nome del paese con l’opera d’arte. Se noti bene nella fotografia che trovi qui sotto c’è una linea blu centralmente che rappresenta il torrente dove sopra al posto delle foglie troviamo i terreni agricoli visti da Google e sotto il legame con Rive.

- Frammenti di risaia: gli artisti sono Giuliano Bacchella ed Elena Caccianotti che hanno disegnato due mondine stilizzate con un mosaico con un cappello di paglia e di cui una con le spighe di riso tra le mani. In basso possiamo notare segmenti di risaia, alcuni allagati e altri asciutti che rappresentano il susseguirsi delle stagioni. Il colore predominante di quest’opera d’arte è il blu.

- Aironi/ Sgorge: l’artista è Giuseppe Gusinu che vive a La Spezia. La coloratissima opera d’arte raffigura due aironi uno fermo in piedi mentre l’altro intento a spiccare il volo, sullo sfondo ci sono i pioppi. Il tutto in un ecosistema di fauna e flora che rappresenta un paesaggio primaverile. Lo street art in questione è stato ispirato dall’opera del Morbelli ” Per 0,80 centesimi “

- Il bambino e il pettirosso: realizzato dall’artista veneto Alex (Alex Ermini) che ha disegnato un grande volto di un bambino che guarda con gli occhi puri e pieni di stupore la natura; accanto a lui c’è un pettirosso. Con quest’opera si vuole anche valorizzare la bellezza del territorio. Questo è l’unico murale finora realizzato completamente con le bombolette spray.

- Placidamente rana: Vërnis ( Barbara Migliaccio e Sara Zecchino ) sono le artiste di questo murale dove come protagonista c’è una rana di colore giallo. Gli altri colori usati sono il verde e il blu.

- Aratro: è l’opera artistica di Luca Zamoc di Modena che raffigura un trattore. Inizialmente quest’opera era diversa, ma l’artista ha voluto rifarla ispirandosi a una foto di un trattore.

- Cartogramma: realizzato dall’artista Crisa (Federico Carta) di Cagliari. Rappresenta la mappatura del territorio con piantine di riso e colonne dei monaci cistercensi. I colori predominanti sono il grigio/azzurro e il verde, ovvero i colori della campagna primaverile/estiva.

- Riso Amaro: realizzato dal lucano Vincenzo Suscetta che con la sua street art rappresenta tre mondine intente a mondare con il loro tipico cappello in testa. Quest’opera riprende un tratto da un fotogramma del film Riso Amaro.

- Il cammino della Garzetta: realizzato dalla romana Alessandra Carloni e rappresenta uno stile manga. La garzetta è un animale che appartiene alla famiglia degli aironi.

La mia visita a Rive
Dopo che il nostro giro dei murales è terminato, abbiamo proseguito visitando l’esterno della chiesa parrocchiale Beata Vergine Assunta, situata accanto al comune. Alle sue spalle si può intravedere il castello medievale, nato come fortezza e purtroppo non visitabile perché abitato. Abbiamo terminato con una visita all’interno del comune, dove il sindaco ci ha consegnato come omaggio due magliette di Derive Street Art, un libro che racconta la storia di Rive e due confezioni di riso. Regali ben apprezzati. Te lo racconto giusto per farti capire che accoglienza offrono in questo Paese.
Inoltre, durante il nostro giro Mario ci ha raccontato non solo di arte ma anche di storia, spiegandoci le foto poste sui muri di Rive che ritraggono un po’ la storia del paese, come ad esempio gli alunni dell’epoca, le vecchie strade o le mondine.






Se anche tu vuoi visitare questo luogo e conoscere la storia dei murales in modo dettagliato, puoi fare una visita libera, dove tramite QR Code posti accanto alle opere d’arte puoi saperne di più. In alternativa, cosa che ti consiglio vivamente, è di contattare la pagina Instagram Derive_street_art, dove potrai comunicare giorno e data di arrivo e organizzarti per una visita guidata.
Noi ci siamo trovati benissimo, siamo stati accolti con gentilezza, abbiamo trascorso tutta la mattinata, all’incirca cinque ore, in compagnia di persone genuine e generose. Mi sono sentita come se fossi a casa mia, ecco perché ti consiglio la visita guidata ma anche una visita proprio in generale a Rive.
Il paese si presenta piccolino ma curato e pulito; si vede che ci tengono molto alle loro radici.
Se ti piace la street art o semplicemente adori i piccoli paesi, ti consiglio di visitare Rive. Mentre se vuoi conoscere a fondo la storia di questo paese, ti consiglio di richiedere la presenza di Daniele, una persona davvero molto informata sul passato di Rive.
Arrivare a Rive è semplicissimo. Noi siamo partiti dalla provincia di Asti e abbiamo percorso una strada provinciale con vista sulle colline. Arrivati in paese si vedono già i primi murales, ma ti consiglio di iniziare la tua visita partendo dal bar citato all’inizio dell’articolo o dal comune. Se poi vuoi vedere gli artisti all’opera, quest’anno 2024 li puoi trovare dal 31 agosto all’8 settembre intenti nel loro lavoro.
In questa visita ho imparato molte cose, non solo la storia di Rive e dei murales ma anche il termine “lœbbie” che tradotto dal dialetto significa cappello oppure la “panissa”, un piatto tipico del luogo.
Se vuoi saperne di più sugli artisti, sono stati intervistati da una tv locale, ovvero Video Novara, dove hanno intervistato i giovani che hanno realizzato le opere d’arte. Puoi trovare le interviste su YouTube, si chiama Obiettivo Vercelli Valsesia, puntata 998. Meglio se digiti le parole segnate in grassetto su Google, così ti esce subito.
Il nostro tour è terminato. Spero di averti incuriosito e che andrai a visitare questo luogo. A me personalmente è piaciuto molto il murale “Il Bambino e il Pettirosso”. E a te quale è piaciuto di più? Fammelo sapere nei commenti.
Se non vuoi perderti altri luoghi da visitare, ti aspetto su Facebook, Instagram, Pinterest e Twitter.
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